Buon lunedì!
Ben ritrovati con la newsletter delle Novità in libreria. L’aria gelida di questa mattina mi ha fatto capire che l’autunno è finalmente arrivato, e che quell’insolito prolungamento d’estate vissuto nell’ultimo mese è ormai definitivamente giunto al termine (ahimè, non senza qualche rimpianto). Consoliamoci un po’, pensando che anche questa settimana i libri in uscita sono tanti, e di tutti i generi.
Si parte proprio oggi con Carmen Laforet e il suo romanzo Nada del 1945, riproposto dalla casa editrice Cliquot. Poi ci sono i nuovi romanzi di Veronica Raimo, Simonetta Agnello Hornby, e Lisa Ginzburg, il Calamus di Walt Whitman (con una nuova traduzione di Diego Bertelli) e alcuni romanzi che ritornano dal passato: in particolare, Utopia Editore ha ripubblicato L’amante fedele di Bontempelli e io ne sono molto felice. Per finire, la guida alla Firenze di Vasco Pratolini nei Passaggi di Dogana di Giulio Perrone Editore (dopo la Firenze di Oriana Fallaci, sono molto curioso).
Buona lettura, buon inizio del vero autunno, e a presto!
LS
16 ottobre

Il primo romanzo della scrittrice spagnola Carmen Laforet (1921–2004). Pubblicato nel 1945, ebbe un enorme successo in Spagna, tanto da segnare un’epoca.
Uscito per la prima volta nel 1945 quando l’autrice aveva appena ventitré anni, per la prosa delicata e l’eccezionale forza introspettiva (Azorín, fra i tanti, sottolineò le «complessità psicologiche» del romanzo «che ci fanno pensare e sentire») è considerato uno dei più importanti romanzi spagnoli del Novecento.
«Chi può capire i mille fili che uniscono le anime degli uomini e la portata delle loro parole?».
17 ottobre

I racconti della giornalista e scrittrice argentina Mariana Enriquez, di cui Marsilio ha già pubblicato Le cose che abbiamo perso nel fuoco (2016) e il romanzo La nostra parte di notte (2019).
Dodici intense immersioni nel perturbante insieme a una scrittrice di culto, un viaggio nel maelstrom raffinato e oscuro della nuova regina delle tenebre.
Nel solco di una tradizione che annovera Jorge Luis Borges e Stephen King, Shirley Jackson e Julio Cortázar, l’autrice più celebrata della nuova letteratura di lingua spagnola si affaccia sugli abissi più remoti dell’anima, combinando uno sguardo umanissimo e tenero nei confronti della sofferenza e della fragilità con una voce radicale e potente, che evoca le derive del desiderio, del fanatismo e dell’ossessione.

Il nuovo libro di Veronica Raimo, vincitrice del Premio Strega Giovani nel 2022 con Niente di vero.
Undici racconti irriverenti, comici e amari insieme, in cui le relazioni sono piene di spigoli, e le donne, a volte impulsive o semplicemente buffe, traditrici eppure ancora pronte a fidarsi, sono esperte nel lasciarsi ma non nel lasciarsi andare. E soprattutto sanno prendersi molto sul serio o molto in giro, perché in fondo la vita è breve, eccetera.
«Non avrebbe mai immaginato che il desiderio di vendetta fosse un sentimento comico».

Il nuovo romanzo di Simonetta Agnello Hornby, autrice, tra gli altri, di La Mennulara (2002), il veleno dell’oleandro (2013), Caffè amaro (2016) e dell’ultimo, La cuntintizza (2022), scritto con Costanza Gravina.
Quello di Simonetta Agnello Hornby non è solo un romanzo su una mafia che magari non spara ma governa l’economia dell’isola, è soprattutto una storia sul potere feroce della famiglia e sul desiderio struggente di tornare alla terra in cui sono radicate identità e speranza.

Il nuovo romanzo dell’attore, regista e scrittore Antonio Rezza.
Il corpo è da sempre territorio d’indagine della ricerca artistica di Antonio Rezza. In questo romanzo, però, un corpo intagliato ad arte diventa oggetto d’indagine in senso stretto: quando un “maniaco”, facendo ritrovare per la città parti smembrate di una donna, sfida la Polizia in una lotta contro il tempo per salvare la sventurata
«A distanza di più di quindici anni dalla sua ultima opera narrativa, Antonio Rezza ritorna con un romanzo geniale e dissacrante, che sfida le regole del noir letterario in un corpo a corpo implacabile, dove alla fine chi vincerà sarà il lettore a deciderlo. Forse».

Il romanzo del 1939 della scrittrice di gialli americana Dolores Hitchens (1907–1973), il primo di una serie di dodici libri con protagonista Rachel Murdock.
Dolores Hitchens, pioniera della domestic suspense, si rivela abilissima nel trascinare il lettore nella sua trama. Una serie di novità interessanti fa risaltare il suo modo di narrare: gli indizi, tipicamente disseminati ovunque, sono mimetizzati nella agile naturalezza degli avvenimenti; due voci (dei protagonisti) fuori campo commentano i fatti ex post. Infine il colpo di genio della gatta, enigmatica testimone, che rende indimenticabile questo romanzo.
«La prima avventura di Miss Rachel, investigatrice dilettante, e della sua inseparabile gatta Samantha, coppia ideata da Dolores Hitchens, i cui gialli meritano di essere riscoperti specialmente alla luce della letteratura poliziesca femminile e dei cat mysteries contemporanei» Joyce Carol Oates.

Il romanzo d’esordio della scrittrice statunitense Ana Reyes. Un thriller in cui una donna, Maya, tenta di far luce sull’improvvisa e misteriosa morte della sua migliore amica, avvenuta sette anni prima e collegata, forse, a quella di un’altra donna e a un enigmatico uomo di nome Frank.
«Utterly unique and captivating, The House in the Pines keeps you guessing about whether we can ever fully confront the past and return home».

Il nuovo romanzo del regista, sceneggiatore e scrittore spagnolo David Trueba.
Un viaggio tragicomico nei meandri di una campagna politica, in cui emergono ambizioni indicibili, inganni, mezze verità, menzogne palesi, tensioni sepolte e conflitti nella vita privata.
Una vibrante “autobiografia del rancore”, in cui la maestria di David Trueba sta anche nel coinvolgere il lettore nell’amoralità e persino nei discutibili comportamenti del protagonista.
«Vincere giustifica tutto.
Vincere discolpa da tutto.
Vincere fa dimenticare tutto».

Il romanzo di Luc Lang, scrittore e docente d’estetica all’École nationale supérieure d’arts de Paris-Cergy, vincitore del Prix Goncourt des Lycéens nel 1998.
A metà fra giallo sociale e pulp, cronaca e grand guignol […] questo teso e grottesco romanzo, ricco di un’ironia quasi violenta, era già stato pubblicato in Italia nel 2000 dall’editore Passigli, con il titolo Milleseicento ventri, ed esce adesso in una nuova edizione rivista in collaborazione con l’autore.
«Una scrittura densa, quasi ipnotica, che avvolge il lettore e lo trascina nel vortice circolare di un storia che si scompone e si ricompone in modo perfetto grazie alla maestria di un grandissimo autore» La Croix.

Un “atlante tascabile” della scrittura femminile, germogliato da una collaborazione tra Edizioni Clichy e gli studenti della Scuola Holden di Torino, coordinati da Emiliano Poddi.
Una selezione di oltre mille e cinquecento scrittrici pubblicate in Italia da sempre, la storia dei loro pseudonimi, le loro avventure biografiche, gli incipit più belli, i premi letterari che hanno vinto ma anche tutti quelli che sono stati e continuano a essere appannaggio degli uomini, le trasposizioni cinematografiche delle loro vite e tante altre curiosità e aneddoti, nel migliore stile delle guide Clichy.

Il primo romanzo (2021) della scrittrice inglese A.K. Blakemore, vincitore del Desmond Elliott Prize come migliore esordio dell’anno.
Le streghe di Manningtree è la storia di una piccola comunità lacerata dalla lenta esplosione del sospetto, in cui il potere degli uomini è sempre più illimitato e la sicurezza delle donne sempre più minata […] un libro emozionante e viscerale che ha rivelato un nuovo, straordinario talento.
«Una lingua di una bellezza irresistibile. Le streghe di Manningtree si avventura in luoghi oscuri, ma lo fa portandosi dietro un pugnale ingioiellato. Un libro che appartiene ai perseguitati. In queste pagine, in tutto il loro ordinario splendore, quelle donne possono finalmente vivere» The Guardian.

Il nuovo romanzo di Piergianni Curti, scrittore e docente di Matematica all’Università di Torino, di cui la casa editrice Miraggi ha già pubblicato Quando i padri camminavano nel vuoto (2019).
«Be’, si dirà, fuori c’è un mondo finito, dove le cose accadono una volta sola e ciascuno di noi non è che un irripetibile sé stesso (o così ci sembra), dove le storie (anche quelle d’amore) sembrano uniche. Forse, però, le cose non sono esattamente così, perché, come si vedrà, la logica del finito dipende strettamente da quella dell’infinito».

Il nuovo romanzo di Veronica Galletta, finalista alla LXXVI edizione del Premio Strega con Nina sull’argine (2021).
Con una lingua che mescola italiano e dialetto a creare un nuovo impasto, plastico e mimetico alla trama, Veronica Galletta ci racconta un periodo della storia siciliana che è meno lontano di quanto appaia, con riferimenti alla tradizione letteraria isolana, nel solco dell’ambiguità fra reale e fantastico che ha già caratterizzato i suoi romanzi precedenti.

I racconti preferiti del maestro della suspense, scritti da Ray Bradbury, Richard Matheson, F.S. Fitzgerald, Patricia Highsmith e molti altri.
«Il titolo di questo libro è una perfetta descrizione del suo contenuto. Mia madre non mi avrebbe mai raccontato le storie che ho qui raccolto, e anch’io vi sconsiglio di tramandarle ai vostri figli. Sono racconti per palati raffinati, che abbiano già dimestichezza con corpi contundenti, grida nella notte e calici di vino avvelenati. L’unica cosa che posso promettervi è che vi attende una vasta gamma di emozioni – ma nulla di tenero o sentimentale, che non è proprio nelle mie corde».

Il romanzo d’esordio di Priscilla Morris. «Una lettera d’amore struggente alla Sarajevo devastata dalla guerra».
«Questo romanzo racconta della vita che va avanti, degli amori che nascono e dell’umanità che resiste in tempi inumani» Sunday Independent.

Il nuovo romanzo di Pierpaolo Vettori, di cui Neri Pozza ha già pubblicato Un uomo sottile (2021). Un’agghiacciante distopia ambientata in un futuro non così lontano, dove il problema dell’immigrazione clandestina viene risolto costruendo un muro invalicabile che divide l’Europa dagli stati africani.
«Mi chiamo Franco Zomer, ho cinquantadue anni e lavoro al Muro da quando ero ragazzo. Anche mio padre era un guardiano. All’inizio, nessuno credeva che lo avrebbero costruito davvero. Invece è stato più semplice del previsto».

Il nuovo romanzo di Lisa Ginzburg. Il precedente, Cara pace (2020), è entrato nella dozzina finale della LXXV edizione del Premio Strega.
Lisa Ginzburg, in questa storia luminosa sul tempo e le stagioni della vita, con una scrittura capace di emozionare ci racconta due famiglie, due amici, due amanti, e i loro chiaroscuri. Con Rosa e Tan torneremo a casa, a quei luoghi dell’anima dove la memoria riaffiora insieme ai suoi demoni e alle sue dolcezze. Dove ogni incontro segna per sempre, per non essere dimenticato mai.

Il romanzo del 2008 di Pier Paolo Giannubilo, giornalista, scrittore e insegnante di lettere molisano.
Una raffinata e inquietante storia nera, che riesce a trasfigurare l’orrore della realtà in una commovente odissea di riscatto.
«La storia vera di un incubo che oscilla tra sordido romanzo verista e fiaba» Mirko Zilahy.

Il romanzo del 2001 di Annie Ernaux, Premio Nobel per la Letteratura nel 2022.
Senza ritocchi né censure, Annie Ernaux ci offre la registrazione in presa diretta dell’esultanza dei corpi, della claustrofobia dell’attesa, del sentimento che affolla ogni spazio e ogni istante.
«Diario di dolore, con qualche lampo di piacere folle», Perdersi è il resoconto nudo di un’ossessione assoluta, di un desiderio che la scrittura non doma né sopisce, ma testimonia con bruciante e disperata verità.
«Nessuna prudenza da parte mia, nessun pudore, e anche, finalmente, nessun dubbio. Un cerchio si chiude, commetto gli stessi errori di una volta, e non sono più errori. Nient’altro che bellezza, passione, desiderio».
18 ottobre

Il romanzo inedito di Maurizio Salabelle (1959–2003), di cui Quodlibet ha già pubblicato La famiglia che perse tempo (2015).
Scritto tra il 1994 e il 1995, racconta la vita breve, squinternata e molto molto insolita di Patrizio Rhuggi, dalla nascita alla morte […] questo romanzo, assieme ai due precedenti Un assistente inaffidabile e Il mio unico amico, completa una trilogia sui temi del leggere, scrivere e far di conto; l’idea gli viene dal Pinocchio di Collodi, quando in un momento di buoni propositi dice: «Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scrivere, e domani l’altro imparerò a fare i numeri».
«Perché cavolo sono medico?… Io non volevo fare questo mestiere; io volevo diventare portalettere».

Il nuovo romanzo del giornalista ed ex vicedirettore del Tg5 Andrea Pamparana.
In un luogo imprecisato del deserto, in un giorno altrettanto imprecisato, un cammello fa un gran starnuto, infetta quel poco di erba che c’è in un’oasi e, giorno dopo giorno, un virus misterioso passa da un animale all’altro, fino all’uomo. E così, nel condominio di una cittadina del Nord, la vita quotidiana dei residenti subisce una svolta improvvisa e traumatica.

Il nuovo romanzo dello scrittore ed editore Eduardo Savarese, autore di Non passare per il sangue (2012), Le inutili vergogne (2014) e Le cose di prima (2018).
Dramma wagneriano, racconto esoterico e commedia fantastica, in “Le Madri della Sapienza” alla paura indotta da un potere politico magico-autoritario s’oppone un neo-monachesimo libertario e umanista, antidoto alla solitudine e all’impoverimento della vita interiore.
«Fu lui a scegliere il nome “Madri della Sapienza”, perché a ciascuno di loro sarebbe spettato, in quanto figlio di Dio, di generare quotidianamente la sapienza dell’amore e della libertà di coscienza. Dovevano essere quelli i due fari del nuovo ordine perché, per quanto si straparlasse dell’amore, e dell’amore di Dio, quest’amore nessuno lo osservava, lo praticava, lo inseguiva. Nessuno ci credeva davvero».

Calamus di Walt Whitman (nucleo di Foglie d’erba, 1855) nella traduzione di Diego Bertelli – condotta, per la prima volta, sulla trascrizione dei manoscritti originari che, all’epoca della pubblicazione, furono epurati dallo stesso autore dei riferimenti omosessuali.
Un nuovo Whitman, attualissimo, che con la stessa forza di O Capitano! mio Capitano! evoca una felicità da conquistare sino in fondo, abbattendo convenzioni e apparenze per fare emergere una vita profonda ed essenziale.
«Ho sognato una città dove tutti gli uomini erano come fratelli, li ho visti amarsi teneramente gli uni con gli altri, li ho visti, erano in molti, camminare mano nella mano; / ho sognato che quella era una città di veri amici. Non c’era niente di più grande di quell’amore alla base di tutto».

Il romanzo della scrittrice vicentina Rita Charbonnier, autrice, tra gli altri, di La sorella di Mozart (2006) e Figlia del cuore (2020).
Di cosa è fatta la scintilla che scocca quando due geni si incontrano e si innamorano? Quali sono le ‘conseguenze dell’amore’, quali le onde creative, quali le tempeste emotive, le gelosie che si scatenano, se a innamorarsi sono una scrittrice controcorrente, basta il nome – George Sand – e un pianista e compositore senza paragoni come Fryderyk Chopin? Questo romanzo entra nelle pieghe di due grandi vite, e insieme a loro racconta parte dei mondi che hanno creato.
«Dei “grandi uomini” ne ho piene le tasche. Intagliamoli nel marmo, fondiamoli nel bronzo e non parliamone più».
20 ottobre

L’esordio letterario di Kim de l’Horizon, vincitore del Deutscher Buchpreis e dello Schweizer Buchpreis.
Tutti cerchiamo da sempre un modo per parlare di noi e di quello che portiamo scritto nel sangue, pur sapendo che non è sufficiente la lingua di tutti i giorni per dire l’indicibile. È necessario inventarsi un linguaggio nuovo per raccontare la sostanza di cui siamo fatti: una lingua ma(d)re. Una lingua che «è gocciolare, cadere, confondersi, scorrere, radicarsi, fluire». Perché questa è la magia dei racconti: saper tessere la presenza dall’assenza.
Perché sono da sempre un corso d’acqua è un romanzo che non assomiglia a nessun altro, è il racconto di tutte le nostre esistenze.

Il nuovo romanzo della scrittrice, regista e drammaturga Lucia Calamaro.
In che modo il lavoro definisce noi stessi e la nostra visione della vita, anche quando non c’è e tutti sembrano farcene una colpa? Un diario semiserio e quasi drammatico, una voce cristallina e disincantata che snuda un presente nevrastenico e rende più umano l’essere umano.

Il libro della scrittrice statunitense Danielle Evans, premiato con il Joyce Carol Oates Prize nel 2021.
Sette toccanti racconti che ci costringono a confrontarci con i temi della razza, della cultura, e soprattutto della storia, e a porci quelle domande che si fanno di giorno in giorno sempre più pressanti.
«Sublime short stories of race, grief, and belonging… an extraordinary new collection…» The New Yorker.

L’ultimo libro di Massimo Bontempelli (1878–1960), con cui vinse il Premio Strega nel 1953.
Attraverso quattordici racconti e un romanzo breve, l’autore mette in scena le vite di protagonisti evanescenti e diafani, il cui universo spiazzante, in maniera imprevista, si sovrappone alla normalità quotidiana del mondo […] un’opera capitale del realismo magico italiano.
«Massimo Bontempelli è un autore che filtra il mondo attraverso una lente unica. È il più originale di tutti» Luigi Pirandello.

GIULIO PERRONE EDITORE
Il nuovo romanzo della scrittrice, regista e drammaturga Lucia Calamaro.
In che modo il lavoro definisce noi stessi e la nostra visione della vita, anche quando non c’è e tutti sembrano farcene una colpa? Un diario semiserio e quasi drammatico, una voce cristallina e disincantata che snuda un presente nevrastenico e rende più umano l’essere umano.