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ALASDAIR GRAY, Povere creature!

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Negli ultimi giorni avrete sicuramente sentito parlare di Povere creature!, il film di Yorgos Lanthimos in concorso all’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. L’opera del regista greco ha messo d’accordo tutti (anche i pronostici lo davano per favorito), sbaragliando la concorrenza e aggiudicandosi il Leone d’oro al miglior film. Verrà proiettato nelle sale americane il prossimo dicembre e in quelle italiane a gennaio 2024 – ci toccherà aspettare un po’, ma credo ne varrà la pena.

Non so se sapete, però, che il film di cui tutti parlano è tratto da un romanzo, Poor Things! del 1992, dello scrittore scozzese Alasdair Gray (1934–2019). Il nome vi risulterà forse sconosciuto, perché la sua fama, negli anni, si è diffusa più all’estero che in Italia, ma vi assicuro che merita un approfondimento. Gray era un pittore e illustratore di talento, oltre che scrittore, poeta e sceneggiatore televisivo: pubblicò il suo primo romanzo, Lanark, nel 1981, dopo oltre venticinque anni di gestazione, e fu da subito acclamato come la nuova voce della letteratura scozzese. I romanzi successivi – 1982, Janine (1984), Something Leather (1990), Poor Things (1992), A History Maker (1994), confermarono le prime impressioni. Anthony Burgess, autore di Arancia Meccanica (1962), arrivò a definirlo «the most important Scottish writer since Sir Walter Scott».

Il 28 agosto scorso, in concomitanza con la Mostra, Safarà Editore ha ripubblicato l’edizione italiana di Poor Things! con la traduzione di Sara Caraffini, volume che si aggiunge ad altri quattro libri di Gray già presenti in catalogo. Per dovere di cronaca, la prima edizione italiana, di Marcos y Marcos, risale al 1994 ed era intitolata Poveracci! (e poi Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra). L’edizione 2023 di Safarà richiama il film e reca in copertina il volto di Emma Stone (prossima candidata agli Oscar 2024? La sua interpretazione nel ruolo della protagonista Bella Baxter dicono sia stata eccezionale).

Locandina del film diretto da Yorgos Lanthimos (2023).

*SPOILER TRAMA

Nell’introduzione al libro, Gray immagina che un suo amico e collega, un certo Michael Donnelly, gli sottoponga un manoscritto di epoca vittoriana, ritrovato per caso in uno schedario destinato al macero e intitolato “Episodi della gioventù di un funzionario scozzese di salute pubblica”. L’autore, Archibald McCandless, vi racconta l’incredibile storia della moglie Victoria, alias Bella Baxter, una giovane donna ripescata dalle acque del fiume Clyde, a Glasgow, e riportata in vita dal medico e scienziato Godwin Baxter, chiamato “God” (l’allusione a Dio e alla religione sarà frequente nel corso del romanzo). Egli la resuscita con tecniche misteriose e innovative, impiantandole il cervello del feto che portava in grembo e dandole il nome di Bella. La donna rinasce quindi con una mentalità infantile, e totalmente ignara del suo passato: Godwin la aiuta a recuperare tutte le facoltà di un essere adulto, sognando, un giorno, di farne la sua compagna; speranza che, ahimè, verrà disattesa, perché Bella sceglierà McCandless come suo promesso sposo.

Questa creatura divina, che sfida le leggi della natura e della scienza, della vita e della morte (una sorta di Frankenstein al femminile), sviluppa fin da subito un insaziabile appetito sessuale, un’ingordigia che non riesce (o meglio, non vuole) riversare né su Baxter né su McCandless. Bella decide quindi di fuggire con il suo amante, l’avvocato Duncan Wedderburn, che impazzisce sfiancato dalla sua erotomania. Nel lungo viaggio che la tiene lontana da Glasgow – da Odessa ad Alessandria d’Egitto, da Gibilterra a Parigi – la sua coscienza si fortifica ed ella diventa più sensibile: inizia ad interrogarsi sul suo passato, sull’origine delle cicatrici che ha sul corpo. Il suo cervello di bambina si smuove quando sperimenta la pazzia e la crudeltà del mondo, detesta il modo in cui vengono fatti soffrire i deboli e pensa di dover fare qualcosa al riguardo.

«La crudeltà nei confronti degli indifesi non avrà mai fine perché i forti vivono calpestandoli. Io dico che se è vero dobbiamo smettere di vivere così».

«Solo le religioni scadenti si basano su misteri, proprio come i governi scadenti si basano sulla polizia segreta. Verità, bellezza e bontà non sono misteriose, sono i fatti più comuni, ovvi ed essenziali della vita, come la luce del sole, l’aria, il pane. Solo le persone con il cervello confuso da un’educazione costosa pensano che verità, bellezza e bontà siano rare proprietà private. La natura è più generosa».

Al termine del suo peregrinare, Bella torna a Glasgow e sposa McCandless, non senza difficoltà; ne assume il cognome e riesce a diventare prima infermiera e poi medico (la prima donna a laurearsi in medicina all’Università di Glasgow), dedicando la sua vita alla cura degli altri, siano essi persone o animali.

Nella lettera scritta da Bella Baxter/Victoria McCandless ai suoi discendenti, allegata al manoscritto, la donna asserisce che ciò che vi ha riferito il marito è solo frutto della sua immaginazione, citando alcune opere letterarie che, secondo lei, lo hanno influenzato nella stesura di quella storia assurda e del tutto fasulla (“Da quale morbosa fantasia vittoriana NON ha rubacchiato?”). Prima di tutto Mary Shelley e il suo Frankenstein, e anche Edgar Allan Poe, H. G. Wells, Lewis Carrol (in Alice attraverso lo specchio, più oscuro del Paese delle meraviglie); e poi ancora altri famosissimi romanzi, quali Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Dracula, Sherlock Holmes. Ecco svelati, o per meglio dire confessati, i riferimenti letterari di Gray, che quasi certamente sono serviti da ispirazione per le vicende e le ambientazioni del libro.

Il libro contiene, inoltre, le splendide illustrazioni originali disegnate da Alasdair Gray, che nell’introduzione finge di attribuire a un certo William Strang (1859–1921), illustratore scozzese, in realtà mai esistito. Esse ritraggono i personaggi principali del romanzo e, in copertina, un teschio umano su sfondo nero, dalla cui cavità esce una donna nuda. Tra un capitolo e l’altro, poi, si trovano alcuni disegni di parti anatomiche tratti dal Gray’s Anatomy, il celebre manuale scritto dal chirurgo inglese Henry Gray (1827–1861) e illustrato dal collega Henry Vandyke Carter (183–1897).

«Illustration and typography play a major part in his work; «he doesn’t just write books, he creates them».

Un capolavoro di surrealismo e distopia, una favola gotica di affermazione femminista, un duro schiaffo al patriarcato e alle ingiustizie sociali, un inno alla libertà sessuale. Povere creature! è tutto questo; ora non vi resta che leggerlo.


Alasdair Gray, Povere creature!, traduzione di Sara Caraffini, Safarà Editore, 365 p.

Alasdair Gray (Glasgow, 1934–2019) è stato uno scrittore, poeta, sceneggiatore e disegnatore scozzese. Personaggio eccentrico dotato di un talento multiforme, egli esordì nel mondo della letteratura con il romanzo Lanark (1981), un’opera di surrealismo distopico scritta nell’arco di venticinque anni – «la Divina Commedia del cripto-calvinismo anglosassone», secondo la New York Times Book Review. Tra le altre opere, basti citare i romanzi 1982, Janine (1984), A History Maker (1994) e la raccolta di racconti The Ends of Our Tethers: 13 Sorry Stories (2003), tutti pubblicati in Italia da Safarà Editore.

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