Ben ritrovati con la consueta newsletter del lunedì!
Questa settimana, tra i vari libri che ho scelto per voi, vorrei metterne in evidenza due: “Dizionario del linguaggio dei fiori” di António Lobo Antunes e “Free love” di Tessa Hadley. Le case editrici continuano a sfornare manciate di gialli e thriller, letture perfette da fare sotto l’ombrellone: che si tratti di ristampe o nuove pubblicazioni, anche questa volta ho deciso di non inserirli nella newsletter – tranne uno, molto accattivante: “Posto sbagliato, momento sbagliato” di Gillian McAllister. Se desiderate che più gialli entrino nella newsletter (sapete che prediligo altri generi), e per qualsiasi altro consiglio o richiesta vogliate rivolgermi, scrivetemi!
Buona lettura,
LS
4 giugno

Il romanzo del 2020 di António Lobo Antunes, uno dei più grandi scrittori del Portogallo contemporaneo.
«Per fare buon uso del linguaggio dei fiori bastano poche regole. La prima consiste nel sapere che un fiore presentato diritto esprime un pensiero, e che basta rovesciarlo perché significhi il contrario».

L’esordio letterario di Aurora Tamigio, «un romanzo familiare dal respiro ampio e dal passo veloce, che trascina il lettore come un fiume: epica popolare, saggezza antica e leggerezza immaginifica, riso e pianto, e poi personaggi impossibili da dimenticare».
«Lo sapete, vero, che il cognome delle donne è una cosa che non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio».
«Comincia tu a tenerti il tuo, e poi si vede».

Il terzo romanzo dello scrittore malese Tan Twan Eng, autore di “The gift of rain” (2007) e “The garden of evening mists” (2011), in cui rievoca, con grande capacità immaginativa, il viaggio in Asia di William Somerset Maugham del 1921.
«Un grandioso romanzo sul potere dei romanzi, il ritratto di un artista in crisi e una meditazione sul come e il perché raccontiamo storie. È impossibile resistere a questo libro magnifico» The Guardian.

Il libro in cui lo scrittore e giornalista William Atkins fa rivivere la grande tradizione britannica della letteratura di viaggio, ripercorrendo i suoi sette viaggi nei luoghi più remoti, meravigliosi e spietati della terra: i deserti.
«Una visione che del deserto trasmette tutta l’immensità – e ci ricorda che, anche in un mondo dove ogni paesaggio è disponibile con un click, avventura e scoperta, solitudine e isolamento sono ancora possibili».

Il libro del 1984 di Julien Green (1900–1998), scrittore e drammaturgo statunitense, naturalizzato francese. Fu il primo membro di nazionalità straniera a entrare a far parte dell’Académie française, succedendo a François Mauriac nel ventiduesimo seggio.
«Julien Green parla di Parigi, svelandoci un’anima che non si lascia cogliere facilmente, una città segreta e inaccessibile che “appartiene ai sognatori”».

Il nuovo romanzo di Andrea Molesini, autore di “Non tutti i bastardi sono di Vienna” (Premio Campiello 2011) e di molti altri romanzi noir.
«Una commedia nera ambientata negli anni del fascismo tra Venezia e Rodi. Attorno al testamento di una vedova molto ricca si dispiegano torbide relazioni familiari e intrecci criminali, mentre Venezia si affaccia prepotente con la Giudecca e le chiese, il Caffè Florian e l’eterna magia dell’acqua».

Il nuovo romanzo di Gillian McAllister, «un avvincente mistero che si annida tra le mura domestiche e si svela, un tassello dopo l’altro, in un crescendo di tensione costruito in maniera magistrale».
«Questo sarà il vostro giallo dell’anno. Un thriller avvincente che gioca con ogni aspettativa. Una lettura assolutamente affascinante!» Janice Hallett.

Il romanzo della scrittrice e attrice britannica Sarah Winman, autrice di “Quando Dio era un coniglio” (2011) e “L’uomo di latta” (2017).
«Ambientato tra le colline toscane, le piazze di Firenze e lo smog dell’East End di Londra, un romanzo struggente popolato da persone unite dall’amore, dalla guerra, dall’arte, dall’alluvione e dal fantasma di E.M. Forster».

Il nuovo libro del giornalista e “urban explorer” Piero Armenti, dedicato alla sua città d’elezione, New York.
«Un libro che svela, linea dopo linea, fermata dopo fermata, ogni segreto della città […] lo strumento migliore per smettere di essere turisti, vivere a pieno la Grande Mela e vederla, finalmente, con gli occhi di un vero newyorkese».

«Alessandro Rivali dà vita, con la sua scrittura poetica e limpida, a una grande epopea famigliare, un viaggio frutto di una ricostruzione basata su documenti della sua famiglia, a cui si ispira da vicino quella immaginaria dei Moncalvi, e sui fatti di un periodo di Storia cruento e cruciale».

Il nuovo romanzo della scrittrice americana Jill Santopolo, autrice di “Il giorno che aspettiamo” (2017), “Non sai quanto” (2019) e “Due volte niente” (2021).
«Santopolo intreccia due storie d’amore in maniera magistrale. Tra dovere e passione, desideri personali e obblighi familiari, questo romanzo sa toccare il cuore» Publishers Weekly.
5 luglio

Un classico della letteratura fantasy russa dei fratelli Arkadij (1925–1991) e Boris Strugackij (1933–2012).
«In fondo c’era da immaginarselo, pensò Rumata. Là dove il grigiore trionfa, al potere vanno sempre i neri».

Un nuovo e sorprendente libro-inchiesta di Frank Westerman che offre una prospettiva completamente nuova sull’astronomia e sui viaggi nello spazio.
«Frank Westerman esplora i sogni e le contraddizioni della cosmonautica, cercando di capire se è vero che tra le stelle vorremmo trovare un mondo migliore, ma soprattutto se saremo in grado di costruirlo».

Il saggio sull’amore (2017) del filosofo americano Paul A. Kottman.
«Paul A. Kottman sostiene che l’amore genera e amplifica la possibilità di vite vissute liberamente […] il suo libro tratta l’amore come un modo fondamentale con cui noi umani diamo un senso al cambiamento temporale, in particolare all’inevitabilità della morte e alla propagazione della vita».

Il romanzo del 2022 della scrittrice inglese Tessa Hadley, autrice di “Il passato” (2015) e “L’arte del matrimonio” (2019).
«Una donna di mezza età perde la testa per il figlio di un’amica e rivoluziona la sua vita: l’ultimo romanzo della scrittrice inglese è un inno alla libertà» Tuttolibri, La Stampa.

Il romanzo-biografia di uno tra i più grandi scrittori italiani del Novecento, Luigi Pirandello.
«Silvana La Spina si accosta allo scrittore che più di tutti ha saputo presagire nel doppio, nelle maschere, negli avatar, diremmo oggi, una delle chiavi più inquietanti della modernità».
7 luglio

La raccolta di tredici racconti di Simon Rich, autore del Saturday Night Live, sceneggiatore e scrittore con due romanzi all’attivo – “Elliot Allagash” (2010) e “What in God’s name“ (2012).
«Tra queste pagine Rich, in stato di grazia, fonde la raffinatezza letteraria di George Saunders con la comicità scatenata per offrirci un mosaico di storie esilaranti e sorprendenti».

«Avevo tenuto così a lungo con me la possibilità di scrivere un libro su Calvino, che quando davvero lo scrissi fu come acciuffare una cometa per la coda».
«Questo non è proprio un saggio, ma un romanzo in cui il protagonista – Italo Calvino – è al tempo stesso un uomo in carne e ossa e un fantasma, uno scrittore realmente esistito e una finzione narrativa» Marco Belpoliti.

Il libro di Francesca Rubini, autrice di “Fausta Cialente. La memoria e il romanzo” (2019), che ricostruisce la diffusione internazionale delle opere di Italo Calvino dal 1955 al 2020.
«Studiare Calvino come classico universale significa rintracciare le scelte, gli incontri, le riflessioni che determinano per l’autore l’esperienza dell’essere tradotto, vissuta come radicale cedimento delle qualità più vere di un testo, ma anche come possibilità di un arricchimento costante che permette di illuminare le ragioni e le potenzialità distintive del racconto».

Alfio Caruso racconta la storia della sua terra, «dai resti di una donna, vissuta tra 14 e 11mila anni fa, nel Pleistocene superiore, ritrovati nella grotta di San Teodoro – da cui il suo nome, Tea – all’ennesimo progetto del Ponte sullo Stretto».
«Alfio Caruso: un autore di saggistica corrosiva, sempre insofferente dei luoghi comuni e delle verità inconfutabili» la Repubblica.

«La storia mai raccontata del tempo procidano di Elsa Morante». Tra la scrittrice e l’isola di Procida c’era un legame profondo che le ispirò la prima scintilla del romanzo “L’Isola di Arturo”, vincitore del Premio Strega nel 1957.
«Un libro straordinario sul legame viscerale della grande scrittrice con l’isola “favolosa”» Paolo Mieli.