Buongiorno amici e buon lunedì!
Oggi newsletter breve, solo diciassette libri a farvi compagnia in questa settimana di metà luglio. Molte case editrici hanno già messo in pausa le loro pubblicazioni (se ne riparla a fine agosto). I libri in uscita sono pochi, per lo più ristampe e letture da spiaggia, ma qualche titolo interessante l’ho comunque trovato. Buona lettura e buon inizio di settimana!
LS
18 luglio

L’ultimo romanzo di Karen Jennings, scrittrice sudafricana, tradotto in diciassette Paesi e finalista al Booker Prize.
«Un’isola racconta delle vite vissute ai margini attraverso la storia di un uomo che si è esiliato dal mondo conosciuto, solo per ritrovarsi chiamato al servizio degli altri, a loro volta esiliati dal mondo dalla crudeltà e dalle circostanze. È su queste basi che l’autrice costruisce abilmente un romanzo commovente e travolgente, fatto di perdita, sconvolgimenti politici, storia, identità, il tutto reso in una prosa maestosa e straordinaria».

Il romanzo d’esordio di Luisella Mazza.
«Un racconto pieno di ritmo, sul caos dell’esistenza e le difficoltà del vivere quotidiano, capace di strappare un sorriso e restituire il buonumore».

Il romanzo della scrittrice e regista inglese Hannah Rothschild, secondo capitolo della saga familiare di “Casa Trelawney” (2020).
«Ritorno a Trelawney è un Downton Abbey ma con il batticuore di un giro di giostra» The Independent.

Il romanzo del 2017 dello scrittore britannico Benjamin Myers, «il Cormac McCarthy dello Yorkshire».
«Nel presentarci un nuovo caso per la “strana” coppia già protagonista di “Blu come te” (2016), il giornalista Mace e il detective Brindle, Myers si rivela ancora una volta bravissimo nel cogliere lo spirito e l’essenza di un luogo, regalandoci un altro page-turner denso di mistero».

Tredici appassionanti racconti di Sir Arthur Conan Doyle (1859–1930) ambientati nell’antichità, undici dei quali inediti in Italia.
«Dalla minaccia degli Unni sui confini dell’Impero Romano all’abbandono della Gran Bretagna da parte delle legioni romane; dalla nascita del Cristianesimo alla diffusione della parola di Maometto: guerre, invasioni, conflitti religiosi, narrati in stili che spaziano dal racconto tradizionale in terza persona, all’epistola, al diario. Con alcuni imperdibili salti nel fantastico e nel soprannaturale».

Il libro che racchiude gli scritti di Piero Gobetti (1901–1926), scrittore, giornalista ed editore torinese, ricordato come uno dei più ferventi intellettuali antifascisti.
«Dai frammenti alle annotazioni, dai progetti di opere narrative ai racconti per giungere agli articoli pubblicati sul settimanale al quale ha dato vita […] il suo sguardo volge all’Italia, attuale e non, volge oltre l’Italia, si interroga, propone, annota, scandaglia».

L’autobiografia scritta da Johnny Cash (1932–2003) nel 1998, una confessione sugli alti e bassi di una carriera inimitabile, le difficoltà e i trionfi, i concerti e la solitudine.
«La storia di un artista fuori dal comune, poliedrico, oscuro e moderno, il più grande narratore in versi della storia d’America».
19 luglio

Il romanzo dello scrittore giapponese Haruka Tono, vincitore del Premio Akutagawa nel 2020.
«Dal Giappone, un’avvincente esplorazione del potere dell’attrazione sessuale, un romanzo breve la cui prosa ha una qualità ipnotica».

Il romanzo del 2003 dello scrittore statunitense Pete Fromm, vincitore del Pacific Northwest Booksellers Association Award.
«Fromm ha scritto un avvincente romanzo di formazione che va direttamente all’essenza delle cose e risplende» Seattle Times.

Il libro di Stefano Micali, professore associato presso l’Università di Lovanio (KU Leuven) in Belgio. Un’indagine sistematica sul complesso rapporto tra angoscia, paura e trauma.
«Quando è giustificata l’angoscia? Come identificare il limite oltrepassato il quale l’angoscia non assolve più la funzione di segnalare in modo efficace minacce imminenti e diventa una proiezione invasiva dei propri fantasmi?».
21 luglio

Il romanzo dello scrittore e saggista francese Philippe Forest, che descrive l’incontro tra il più celebre dei primi ministri inglesi, Winston Churchill, e Graham Sutherland, il pittore che nel 1954 fu incaricato di dipingerne il ritratto.
«Suggestionato da una scena della serie tv The Crown, Philippe Forest scava tra le carte e ci rivela i segreti di uno straordinario dipinto perduto».

Il libro del giornalista inglese Anthony Sattin, che racconta la storia rivoluzionaria dei popoli nomadi in movimento attraverso la storia.
«Un’opera di bellezza e ritmo seducente che offre lezioni inquietanti sul nostro mondo attuale con troppi muri e confini» The Times.

Alison Weir – scrittrice inglese con all’attivo 21 libri tra romanzi, biografie e saggi di argomento storico – racconta la storia struggente, avventurosa e a volte tragica di Elisabetta di York, figlia, sorella, nipote e madre di re.
«Weir ama profondamente il suo personaggio. Un tributo a una regina quasi dimenticata» The New York Times Book Review.

Il romanzo del 1888 dello scrittore portoghese Eça de Queiroz (1845–1900), massimo esponente del realismo portoghese di fine Ottocento.
«Costruito intorno alla storia di una passione fatale, pittura di costumi satirica quanto impietosa, I Maia racconta non solo il destino di una persona, ma quello di un’intera famiglia, capostipite di quegli affreschi storici-letterari che dai Buddenbrook di Mann alla Saga dei Forsyte di Galsworthy, al Gattopardo e ai Viceré di Tomasi di Lampedusa e di De Roberto hanno segnato un genere».

Il romanzo del 1917 della scrittrice e storica tedesca Ricarda Huch (1864–1947), uno dei primi esempi di legal thriller della storia della letteratura.
«Esistono passioni e circostanze capaci di trasformare uomini elevati e colti in terribili assassini».

Il libro che raccoglie alcuni racconti dello scrittore statunitense O. Henry (1862–1910), autore di più di 400 racconti famosi per il loro taglio umoristico e il finale a sorpresa.
«Queste “marionette”, prese in un ingranaggio a volte terribile e talora tragico – nonostante gli sforzi dello sguardo ironico e bonariamente umoristico dell’autore cerchino di farci dimenticare la dolorosa realtà – sono anzitutto esseri umani; ed è la loro sempre profonda e sentita umanità a farceli sentire vicini».

Il memoir scritto nel 1970 dalla scrittrice inglese-irlandese Iris Origo (1902–1988), autrice di “Guerra in Val d’Orcia” (1947), un diario divenuto un classico della letteratura di guerra.