Ciao a tutti! Ben ritrovati all’appuntamento con le Novità in libreria di questa settimana.
L’estate è appena iniziata e lo si capisce anche dai libri in uscita (per lo più thriller e gialli, con qualche romanzo rosa e vari manuali di self-help). Tra le centinaia di nuovi titoli, ne ho selezionati per voi ventidue. Quelli che mi ispirano di più – per chi ama le classifiche o ha fretta di arrivare al sodo – sono tre: l’Adelphi di Anna Maria Ortese (ovviamente) e i romanzi di Halle Butler e Sarah Thankam Mathews (le recensioni, per entrambe, sono super positive).
Spero li troverete interessanti, buona lettura!
LS
27 giugno

Il romanzo del 2019 della scrittrice americana Halle Butler.
Il racconto di una generazione ostaggio del modello occidentale dei «generatori di profitto», giovani donne e uomini «cresciuti guardando agli altri come strumenti o ostacoli» (The New Yorker), che lottano ogni giorno con una mente troppo piena e un cuore troppo vuoto.
«La nuova me è l’opera definitiva della letteratura millennial» Jia Tolentino, The New Yorker.

Il romanzo del 2022 dello scrittore americano Sequoia Nagamatsu, autore della raccolta “Where We Go When All We Were Is Gone” (2016).
«Un romanzo d’esordio che unisce preistoria e viaggi interstellari, distopia e visionarietà. Una storia capace di trovare la bellezza nell’orrore, l’umanità nel bel mezzo del disastro».

Il romanzo del 2011 della scrittrice americana Catherynne M. Valente.
«Una storia di vita e morte, amore e potere, vecchi ricordi e magia oscura ambientata nella suggestiva Russia del Novecento, in cui i miti e il folclore locali risplendono in tutto il loro fascino».

Il primo thriller dell’autore di “Il giardino di Marmo” (2015), altrettanto feroce e selvaggio, dove la fame e la minaccia della morte donano a uomini, donne e animali una forza liberatoria e spietata.
«Un crudele romanzo d’avventura che ricorda il Revenant di Iñárritu» Le Monde.

Il romanzo d’esordio di Lee Cole, «una nuova voce dell’America rurale».
«An empathetic portrait of people across the political spectrum […] very fine work indeed from an exciting new voice» Washington Post.

Il romanzo d’esordio di Sarah Thankam Mathews, finalista al National Book Award 2022.
«Dazzling and wholly original…[written] with such mordant wit, insight, and specificity, it feels like watching a new literary star being born in real time» Entertainment Weekly.

Il romanzo del 1968 della poetessa e scrittrice inglese Rosemary Tonks (1928–2014).
«Per molti anni, questo romanzo è scomparso dalle librerie, per volontà stessa dell’autrice, che ne ha distrutto quasi tutte le copie. Classico contemporaneo divertente e schietto, scritto nel 1968, Il Baccalà anticipa la fioritura del femminismo negli anni settanta, evidenziando l’artificialità del genere e invertendo i processi dell’oggettificazione sessuale».

Il saggio di Kate Eichhorn, che esamina come arte e letteratura, giornalismo e politica abbiano reagito all’ascesa dell’industria dei contenuti.
«Fin dal mattino, quando ci alziamo dal letto e controlliamo se durante la notte ci sono state reazioni ai nostri post, like e visualizzazioni, tutti noi non facciamo che produrre e consumare contenuti. Ma cosa intendono l’industria culturale contemporanea e il mondo dei media con il termine «contenuto»? Quando e perché questo concetto è diventato onnipresente e cosí determinante? E a quale costo?».

Il romanzo d’esordio di Valeria Galante, pseudonimo di un’autrice che per ora «preferisce non svelarsi, se non attraverso le sue storie».
«Valeria Galante, ispirandosi alla vera storia della sua famiglia, racconta in questo suo esordio narrativo la vita di tre donne ognuna a modo proprio eccezionale, una grande saga famigliare che è insieme l’affresco di un’epoca e di una società tutt’altro che finita, in grado, anzi, di distendere i suoi lunghi viticci fino a noi».

Il romanzo del 1924 della scrittrice e attivista inglese Edith Ayrton Zangwill (1874–1945), ispirato alla vita della matrigna Hertha Ayrton e per la prima volta pubblicato in Italia.
«Una scienziata che deve proteggere il suo amore per la conoscenza. Una storia di coraggio e resilienza, perché le ribellioni personali possono innescare le più grandi rivoluzioni storiche».

Il romanzo del 2020 dello scrittore francese Laurent Mauvignier, autore di “Storia di un oblio” (2011), “Intorno al mondo” (2014) e “Continuare” (2016).
«Strano e meraviglioso: un thriller al rallentatore».

«Gli scordati è un esordio che lascia il segno, un romanzo sull’amore incondizionato e la ricerca della propria identità, ispirato alla vera storia della prigione dell’isola di San Domino, dove venivano confinati gli omosessuali durante il fascismo».

Il poliziesco di Georges Simenon, appartenente al ciclo dei romanzi “duri”, pubblicato per la prima volta nel 1954 da Presses de la Cité (in Italia l’anno successivo da Mondadori). Una storia di gelosia e di rivalsa, tra il Belgio e l’America.

La corrispondenza tra Anna Maria Ortese e l’amica-sorella Marta Maria Pezzoli, chiamata affettuosamente Mattia, che incontrò a Bologna nel 1940. «Lettere di fiammeggiante bellezza».
«Non ho sete che di gioia, di luce, d’amore. E tutto questo non c’è, fra le carte. Scrivere, è uguale al canto raccolto e disperato del mare, nelle insenature segrete. È il rifugio triste, non è la vita. Vorrei essere dove voi tutti siete».
28 giugno

«Un racconto di una schiettezza feroce che si fa potente poesia, urgente e autentico quanto difficile da dimenticare, un romanzo che va dritto al cuore dell’odierno dibattito sull’identità dando voce ai groenlandesi del XXI secolo, cresciuti in una società di matrice coloniale e smarriti ai margini dell’Occidente globalizzato».

Il secondo romanzo di Caleb Azumah Nelson, autore di “Mare aperto” (2021).
«Una storia incantevole sui mondi e le comunità che costruiamo per sentirci liberi, sul rapporto tra padri e figli, e sull’educazione di un giovane uomo in cerca del proprio posto nell’universo».

Il memoriale di Consuelo Suncín Sandoval (1901–1979) la scrittrice, pittrice e artista salvadoregna che fu moglie e musa di Antoine de Saint-Exupéry (1900–1944). Un manoscritto gelosamente conservato dagli eredi e pubblicato per la prima volta nel 2000.
«Consuelo scrive con il cuore; racconta con un linguaggio vivace e pittoresco la vita di due enfants terribles che non possono fare a meno l’uno dell’altro e che la vita si ostina a separare».
30 giugno

Il romanzo della scrittrice giapponese Ayase Maru.
«Un romanzo dallo sguardo weird che sfida i pregiudizi di genere ed esplora, combinando realtà e fantasia, i sacrifici nelle relazioni di coppia e i confini tra arte e manipolazione».

Il saggio del 1961 del fisico e storico della scienza Giorgio De Santillana (1902–1974).
Parmenide, Eraclito e Pitagora, per giungere fino a Tolomeo e Plutarco. Un percorso millenario, che rivela come «le conquiste della “scienza greca” siano state il punto di partenza della nostra scienza, ma anche come l’usurata contrapposizione tra sapere umanistico e scientifico costituisca, fin dalle origini, una prospettiva deviante e infondata».

Il romanzo del 1993 della scrittrice e giornalista piacentina Grazia Cherchi (1937–1995).
«Un rendiconto testamentario della fine del secolo, da leggere per poter dire, alla fine, senza rimpianti e quasi con un senso di liberazione, che “adesso il passato è veramente passato”».

L’amore per i viaggi in treno raccontato dallo scrittore e musicista ceco Jaroslav Rudiš.
«Quella del mondo ferroviario è una specie di religione, praticata più o meno in segreto da decine di migliaia di persone in tutta Europa. Persone che, come faceva Proust, sfogliano l’orario ferroviario come un catalogo di desideri, che conoscono tutti i ristoranti delle grandi e piccole stazioni, dalla Sicilia alla Svezia, che danno un nome a ogni locomotiva, che fanno viaggi di settimane per il piacere di stare sul treno, scendendo giusto per la coincidenza».

Il saggio del 1972 dello scrittore e storico dell’arte Pierre Schneider (1925–2013).
«È indispensabile dare fuoco al Louvre per affermarsi tra i maestri del proprio tempo? Per rispondere a questa domanda provocatoria, negli anni sessanta il critico d’arte Pierre Schneider invitò undici celebri artisti dell’epoca – fra cui Giacometti, Miró, Chagall, Steinberg – ad accompagnarlo, uno per volta, attraverso le sontuose sale del museo parigino».