13 giugno

«Un bar nella Vienna degli anni Sessanta: i suoi avventori e le loro storie di vita, speranze, amori e illusioni».

Il romanzo d’esordio di Coco Mellors, bestseller in UK grazie al passaparola tra i lettori.
«Cleopatra e Frankenstein è una miscela di cose riuscitissime: un inno ai legami sentimentali, un debutto indimenticabile e un libro tenero e dolorosissimo» Nathan Englander.

L’ultima opera dello scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua (1936-2022).
«Una storia intima e dolorosa che diventa l’occasione per trasmettere un nuovo, inaspettato messaggio di pace».

«La storia d’amore di Durian Sukegawa assomiglia davvero a un gatto: si insinua dolcemente, rivela inaspettatamente artigli affilati, poi silenziosamente scompare» Münchner Merkur.

La storia «vera, ricordata, tramandata, e poi reinventata» degli antenati di Alessio Cremonini.
«Si dice che non dobbiamo dimenticare, che ricordare è l’unico modo per non rivivere le tragedie del passato. Però, a volte, ricordare è difficile. Poiché costringe a guardare in faccia cose di cui ci si vergogna, che si vorrebbe rimuovere».

«Victoria Belim racconta la scoperta delle sue radici e di quelle dell’Ucraina, le tragedie, le sofferenze ma anche le tradizioni e la forza di un popolo che ha dovuto sopportare drammi immani ma che è sempre riuscito a resistere».

«L’indimenticabile storia di un tempo perduto e di una città cosmopolita, tormentata e meravigliosa: Smirne, la Perla d’Oriente» di Defne Suman.

Il secondo romanzo di Megan Nolan, autrice di “Atti di sottomissione” (2021), tradotto da Tiziana Lo Porto e presentato in anteprima mondiale.
«Una storia di uomini e donne intrappolati nel proprio dolore, in una società che si fa scudo dei pregiudizi per difendersi dall’infelicità degli altri».

«Un romanzo sull’ andare alla deriva per diventare sé stessi» di Lara Williams, autrice di “Le divoratrici” (2021).

Il romanzo del 1953 di Pierre Boileau (1906–1989) e Thomas Narceiac (1908–1998), la «più grande coppia della letteratura nera» francese.

Il romanzo del 1947 della scrittrice statunitense Jean Stafford (1915–1979).
«Qualcosa di morboso e strisciante, che è del paesaggio, delle presenze che lo animano, degli interni di case occasionalmente trasformate in camere ardenti, accoglie il lettore di questo paradossale romanzo di formazione, in cui all’impossibilità di abbandonare l’infanzia si accompagna quella di rimanere bambini».
14 giugno

«Una storia d’amore scritta con uno stile ironico e sagace e con un finale a sorpresa che vi farà ridere, pensare, piangere e sognare. E chissà, anche cambiare» di Roberta Corradin.

Il romanzo del 2015 dello scrittore norvegese Roy Jacobsen, secondo volume della fortunata saga dei Barrøy.
16 giugno

«La storia editoriale rocambolesca e tormentata dietro ai romanzi di Jean Genet» di Federico Sacco.

«Avevano casa a Roccamare Italo Calvino e Pietro Citati, Carlo Fruttero e Furio Scarpelli: facevano il bagno, camminavano, si scambiavano visite, cene, libri, parlavano di cinema, stavano in silenzio, si ascoltavano, ridevano, scrivevano […] Un omaggio a un luogo bellissimo, a chi l’ha dipinto, a chi vi è approdato e a chi di lì è salpato».

«Una storia capace di disorientare e di travolgere, resa con amorevolezza e sfumature poetiche e inedite» di Elisabetta Montaldo.

Un classico del femminismo italiano della scrittrice e giornalista Gabriella Parca (1926–2016).
«Una raccolta di trecento lettere e testimonianze inviate a due settimanali e non pubblicate perché ritenute “problematiche”, che compongono un ritratto vivissimo del rapporto tra i sessi, del privilegio maschile e della lotta della donna all’interno della società».

«Avventurieri, palombari, inventori, militari, scienziati: seguendo il filo blu del rapporto tra l’uomo e il mare, tante storie straordinarie che sembrano uscite da un romanzo di Jules Verne».

«Mya-Rose Craig racconta in prima persona come è diventata una celebre attivista contro il cambiamento climatico, e insegna in che modo la natura può lenire i dolori e aiutare a scoprire la propria voce».

«La storia vibrante della prima tournée intercontinentale dei Beatles, e al tempo stesso il ritratto in presa diretta del cambiamento rivoluzionario di cui è protagonista la cultura giovanile negli anni Sessanta».